COMUNICATO STAMPA

D.i.Re presenta il nuovo report dati 2024:

in aumento le donne accolte dai Centri antiviolenza della Rete

Come ogni anno, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza ha elaborato anche per il 2024 la fotografia della Rete dei centri antiviolenza e delle attività realizzate sul territorio nazionale.

Il nuovo report  registra una crescita delle donne accolte dai Centri antiviolenza della Rete: nel 2024 sono state accolte complessivamente 23.851 donne (23.085 nel 2023).

Dei 113 centri della rete che hanno partecipato all’indagine 77 di essi (pari al 68%) gestiscono complessivamente 204 sportelli antiviolenza sul territorio, offrendo alle donne più opportunità di intraprendere i loro percorsi di uscita dalla violenza.

Il report sui dati riferiti alle donne accolte dai Centri antiviolenza della rete D.i.Re nel 2024 e a tutte le azioni messe in campo dalle migliaia di attiviste che ogni giorno hanno espresso competenze altamente specializzate, parla di forza e di determinazione, ma anche della scelta di decine di migliaia di donne che si rivolgono sempre di più ai nostri centri” – dichiara Cristina Carelli, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. “Sono donne che riconoscono in ognuna di noi il rispetto per i loro vissuti e il desiderio di lottare per l’affermazione della loro libertà e per quella di tutte le donne. A fronte di questi risultati ci attenderemmo un coinvolgimento più attivo nella costruzione delle cosiddette politiche antiviolenza, le cui lacune risentono in modo evidente dell’assenza del nostro contributo.” conclude la presidente. 

I centri garantiscono accoglienza telefonica, accoglienza e ascolto e possibilità di consulenza legale nella totalità dei casi; quasi sempre percorsi di orientamento al lavoro (96% dei centri) e consulenza psicologica (91% dei casi). Circa tre centri su quattro sono in grado di offrire consulenza alle donne immigrate non in regola (72%) e ben oltre la metà di essi garantiscono una reperibilità di 24 ore su 24 e offrono servizi a donne straniere (62% in entrambi i casi). Inoltre, più della metà dei centri coordina gruppi di auto-aiuto e sostiene le donne attraverso la consulenza genitoriale (58% e 52% dei casi, rispettivamente). Dalla comparazione con il 2023 emerge un trend in crescita per le attività rivolte alle donne straniere: servizi rivolti alle donne straniere (+7,4%) e per la consulenza alle donne immigrate non in regola (+5,7%). È anche importante segnalare la continua crescita dei centri che individua percorsi di orientamento al lavoro (+2,7%).

Come per gli anni precedenti, anche nel 2024 sono state le volontarie a sostenere le attività dei centri: 3.739 attiviste in totale, registrando in tal modo un incremento di 462 attiviste (+14%) rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2023, nonostante si registri un aumento significativo di attiviste in totale, l’incremento in termini percentuali per le attiviste retribuite nuove è di soli 3 punti contro i 7 dello scorso anno.

I Centri vivono principalmente di volontariato e di risorse economiche ancora insufficienti nonostante si registrino ogni anno scostamenti positivi.

Quasi la metà (46,7%) delle donne ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni; erano il 46,5% nel 2023 e il 47,3% nel 2022. Le giovani dai 18 ai 29 anni rappresentano il 17%, mentre quelle tra i 50 e i 59 anni è sempre poco più del 15%.

La forma più frequente di violenza subita dalle donne accolte è quella (82,2%) – seguita da quella fisica (56,5%). Almeno una donna su tre subisce violenza economica, mentre la violenza sessuale e lo stalking sono riscontrati in un numero di casi più basso (16,9% e 16,3% rispettivamente).

Solo una donna su quattro accolta è di origine straniera e, considerando le disoccupate, le casalinghe e le studentesse, si rileva che quasi una donna su tre (29,5%) non ha alcun tipo di lavoro e quindi è a reddito zero.

Seppur con un lieve incremento percentuale, resta molto basso il numero delle donne che decidono di denunciare: il 32% nel 2024, contro il 28% del 2023.

Per quanto riguarda gli autori di violenza, quasi la metà (49,6%) dei maltrattanti ha un’età compresa nella fascia tra 30 e 59 anni, in aumento rispetto al 2023 (45,4%) e in tre casi su quattro è italiano: soltanto il 26% ha provenienza straniera. Il maltrattante ha un lavoro stabile, tra occupati e pensionati, nel 47,8% dei casi.

Nel 74,3% dei casi la violenza viene agita da un uomo in relazione affettiva con la donna. Se a questo dato si somma la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva a oltre l’83%.

Nel 2024 la rete dispone complessivamente di 60 case rifugio, in calo rispetto al 2023.

Rispetto all’anno precedente, si registra un incremento significativo per l’area del Nord di 6 punti percentuali, visto che nel 2023 la percentuale era del 56%. Incremento dovuto, in realtà, ai 9 punti percentuali in più del Nord-Est che compensano la flessione di 3 punti del Nord-Ovest; il Centro vede un decremento di 3 punti, dopo l’aumento significativo di 13 punti percentuali registrati lo scorso anno. Le Isole mantengono il 5% mentre il Sud registra una flessione di 4 punti percentuali, gli stessi che aveva guadagnato nel 2023 rispetto al 2022.

Le ragioni di questi cambiamenti sono da collegare ai finanziamenti, sia a livello di erogazione sia di distribuzione, i quali ogni anno mostrano instabilità e non garantiscono la possibilità di coprire i costi necessari. Questa incertezza a sì che, ancora una volta il numero di posti letto risulta insufficiente: non è stato possibile mettere in sicurezza 947 donne (673 nel 2023).

I centri della Rete D.i.Re che hanno accolto donne rifugiate o richiedenti asilo nel 2024 sono 99 su 113 partecipanti alla rilevazione. Complessivamente sono 328 le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza, di cui 65 sono state ospitate in casa rifugio. Si tratta di donne relativamente giovani, che hanno prevalentemente un’età compresa tra i 18 e i 39 anni (71,7%). La percentuale della violenza psicologica (83%) è in linea con la totalità dei casi (82,8%), mentre la percentuale della violenza fisica è maggiore (il 78,10% vs il 54,2%) così come la violenza economica (il 42,60% vs il 33,9%).

Il maltrattante è quasi sempre il partner, l’ex-partner o un familiare: nell’ 94,9% dei casi è quindi una persona in stretta relazione con la donna.

Su 113 Centri che hanno partecipato alla rilevazione sono stati 49 che in totale hanno accolto donne con disabilità: complessivamente 348 donne si sono rivolte a un centro antiviolenza.

Quasi tutti i centri (oltre 82%) sono accessibili alle donne con disabilità motoria che nel 2024 sono il 32% del totale delle nuove con disabilità. Si sono rivolte ai centri anche donne con disabilità intellettiva (20%) e donne con disabilità sensoriale (10%), mentre il 38% ha un’altra tipologia disabilità. Delle donne con disabilità accolte, il 91,5% ha subito violenza da una persona con cui hanno un legame affettivo importante.