“Siamo molto soddisfatte che alcune delle criticità del Ddl 2435 segnalate da D.i.Re siano state riconosciute”, afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, “e dal testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri siano stati eliminati due dei paragrafi più dannosi per le donne che hanno subito violenza, a dimostrazione di quanto prezioso sia, per tutte le donne, l’instancabile lavoro di vigilanza sui processi legislativi fatto dalle avvocate dei centri antiviolenza”.

In particolare “è stato eliminato il paragrafo dell’articolo 8 che avrebbe consentito l’estinzione del reato di violenza sessuale a fronte di un risarcimento”, spiega Elena Biaggioni, avvocata penalista e referente del Gruppo avvocate di D.i.Re.

Anche la modifica introdotta nell’articolo 9 ci rassicura, perché fissando l’accesso alla messa alla prova solo per reati che hanno il limite massimo della pena detentiva in 6 anni, esclude che si possano sospendere i procedimenti per reati quali i maltrattamenti e lo stalking, la cui pena edittale massima è rispettivamente 7 anni e 6 anni e mezzo”, aggiunge l’avvocata Elena Biaggioni.

“Continueremo a monitorare l’iter del Ddl 2435 in Parlamento, guardando con particolare attenzione allo sviluppo della giustizia ripartiva che presenta molte criticità per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne, perché il rischio che si traduca in mediazione è altissimo, e con esso il rischio di vittimizzazione secondaria”, afferma Elena Biaggioni.

“Un processo in tempi ragionevoli per le donne che hanno subito violenza è prioritario, ma lo è altrettanto ottenere sentenze giuste”, conclude la presidente di D.i.Re.