Una giornata per approfondire la vittimizzazione istituzionale: quando chi deve lavorare per l’eliminazione della violenza contro le donne, la agisce

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza ha istituito l’Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria e, nel 2024, presenterà i risultati di una ricerca statistica su questo aspetto del fenomeno della violenza, che tanto influenza la vita delle donne.

A partire dall’inizio del 2023, insieme a questa nuova ricerca, D.i.Re organizzerà un Gruppo di lavoro aperto ai vari stakeholder, che avrà l’obiettivo di monitorare e evidenziare tutte le buone pratiche nazionali che aiutano a contrastare le vittimizzazione istituzionale e secondaria delle donne. Un gruppo di lavoro che – concretamente – possa dare un contributo attivo per agire immediatamente un cambiamento sostanziale nelle pratiche, nel linguaggio, nell’approccio alla violenza maschile sulle donne.

Per iniziare parlare di vittimizzazione istituzionale e secondaria a un pubblico ampio, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, è ripartita da Verona, a tre anni dall’immensa manifestazione che i movimenti delle donne avevano fortemente voluto per rispondere al forte richiamo al patriarcato del Family Day.

Una giornata intensa, un programma pensato per entrare nel merito degli aspetti più significativi di questa forma di violenza, che annichilisce le donne nei loro percorsi di libertà.

Per poter meglio lavorare al contrasto della vittimizzazione istituzionale, D.i.Re ha iniziato a evidenziare – attraverso le esperienze dirette delle operatrici – quali siano le conseguenze nei percorsi di uscita, nei percorsi giudiziali, nella vita delle donne.

L’indagine presentata – elaborata grazie al contributo di 37 delle 82 organizzazioni socie di D.i.Re e che ha analizzato le situazioni di 5.740 donne – conferma, tra l’altro, una bassissima fiducia delle donne nei percorsi giudiziali: solo il 27% delle quasi 6000 donne ha intrapreso un percorso giudiziale, civile o penale.

Tra le istituzioni segnalate come vittimizzanti nelle varie fasi del percorso delle donne, emergono i servizi socio-sanitari, i consulenti tecnici d’ufficio, le forze dell’ordine e i tribunali.

Un quadro, quello che emerso dalla nostra indagine, per nulla rassicurante: siamo ancora molto lontane dal poter considerare le istituzioni come alleate nel contrasto alla violenza maschile sulle donne. Sono pochi i casi affrontati con la correttezza adeguata e con la giusta consapevolezza, approfondendo la conoscenza di un fenomeno sul quale – ormai – esiste moltissima letteratura e per il quale l’ignoranza e la superficialità non sono più consentite” dichiara Antonella Veltri, Presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.

Tra le varie partecipazioni all’incontro La parola delle donne, anche un giudice, il Dottor Raffaele Sdino, Presidente della sezione famiglia del Tribunale di Napoli: “Perché una donna che subisce violenza non deve essere libera di esprimere la sua rabbia? Perché dovrebbe essere collaborativa con le istituzioni che non la ascoltano? Dobbiamo imparare a conoscere la violenza e le sue conseguenze”