Nel giro di pochi giorni una serie di sentenze dei tribunali italiani, ultima quella della Corte d’appello di Messina che nega il riconoscimento della “grave negligenza” dei giudici e dunque il risarcimento dei danni agli orfani del femminicidio di Marianna Manduca, che per 12 volte ha denunciato i maltrattamenti subiti dal marito senza che questo portasse ad alcuna misura di protezione, confermano il quadro agghiacciante della violenza istituzionale che si accanisce contro le donne vittime di violenza e ora anche contro i loro figli rimasti orfani.

Non è servita nemmeno la sentenza della Corte europea dei diritti umani nel caso Talpis, che ha invece condannato l’Italia per la violazione della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne e la violenza domestica, riconoscendo che “I ritardi nell’apertura delle indagini dopo la denuncia della violenza e l’assoluta sottovalutazione del rischio hanno fatto sì che non venisse predisposta alcuna misura di protezione”, ricorda Titti Carrano, l’avvocata ed ex presidente della rete D.i.Re che ha curato il ricorso. “Con il risultato che i comportamenti violenti dell’uomo sono continuati nella percezione di totale impunità” e a rimanere ucciso è stato il figlio della vittima, mentre la madre, gravemente ferita, è poi riuscita a salvarsi.

D’altro canto, a dicembre scorso il governo aveva stanziato appena 3 milioni di euro per il fondo istituito con la legge sugli orfani di femminicidio, 2000 bambini, bambine, ragazzi e ragazze, negando di fatto ancora una volta la dimensione sociale e strutturale della violenza di genere.

Si conclude oggi la missione di monitoraggio del GREVIO, il Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa, in Italia per verificare lo stato di attuazione della Convenzione di Istanbul.

Nel corso degli incontri con le esperte i centri antiviolenza e le avvocate della rete D.i.Re hanno ampiamente illustrato “le tante forme della violenza istituzionale, a cominciare dalla rivittimizzazione nelle aule dei tribunali, con cui dobbiamo lottare per affermare il diritto delle donne a vivere libere dalla violenza”, sottolinea Lella Palladino, presidente di D.i.Re.

“Ci auguriamo che il rapporto delle esperte del GREVIO sia pubblicato al più presto e che questa volta le istituzioni non si facciano ancora una volta beffe delle donne che subiscono violenza”.

 

La vignetta di Anarkikka, tratta dal blog dell’autrice su L’Espresso.it è stata pubblicata in occasione della sentenza che ridusse la pena per Maurizio Falcioni, colpevole di aver ridotto in fin di vita la fidanzata Chiara Insidioso Monda, uscita dal coma solo dopo molti mesi.