Nel 2013 sono state 16.517 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza aderenti a D.i.Re, il  20 per cento in più rispetto al 2012 e le donne ospitate nelle Case Rifugio sono state 563, con un aumento del 14 per cento rispetto all’anno precedente.

I dati indicano un aumento costante delle richieste delle donne: una maggiore consapevolezza sociale del problema, una maggior sensibilizzazione e attenzione hanno spinto più donne a rivolgersi ai centri antiviolenza per interrompere relazioni violente. Vi ha contribuito in maniera rilevante il forte impegno dei centri che ha agevolato l’emersione del fenomeno e contribuito a predisporre indispensabili misure di contrasto.

Purtroppo permangono carenze e lacune che le istituzioni e le azioni di governo non hanno affrontato efficacemente.

I centri lavorano con competenza e passione politica ma in situazioni di precarietà per la carenza e l’incertezza dei finanziamenti. Il lavoro di rete con le forze dell’ordine, i servizi sociali, i tribunali e i pronto soccorso è stato costruito solo in alcune realtà e sempre su iniziativa dei centri; i protocolli di intervento non sono omogenei su tutto il territorio nazionale; sono del tutto inadeguate le risorse disponibili per la prevenzione;  manca un osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne. Ma soprattutto manca il giusto e adeguato approccio a politiche e misure che muovono dal riconoscimento della dimensione strutturale e culturale del fenomeno della violenza alle donne.

Un Paese come l’Italia che ha un forte gender gap dovrebbe avere un Ministero ad hoc sulle politiche di genere. Secondo Titti Carrano,  presidente di D.i.Re:

“La scelta di sostituire il ministero per le Pari Opportunità  con delle deleghe ci amareggia; un tema complesso come quello delle discriminazioni e della violenza maschile contro le donne richiede azioni  mirate e un coordinamento di tutti gli interventi necessari  a promuovere le politiche di genere che rimuovano le cause delle disparità tra uomini e donne che alimentano la cultura del femminicidio”.

Chiediamo all’On. Teresa Bellanova di proseguire il lavoro svolto nei tavoli interministeriali avviati lo scorso autunno, anche in vista della redazione del nuovo Piano Nazionale. La partecipazione di D.i.Re ai tavoli è il riconoscimento da parte del governo dell’impegno profuso in questi anni per contrastare e a prevenire la violenza contro le donne.

“Chiediamo un 8 Marzo che non sia pieno di retorica e luoghi comuni,  ma di impegni concreti e adeguate risorse per una inversione di rotta nelle politiche dei diritti delle donne e per la libertà di tutte le donne”.

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