È stata la prima CSW dopo la definizione dell’Agenda 2030 e i dei cosiddetti SDG (Sustainable Development Goals), questa ultima Commission on the Status of Women/Commissione sullo stato delle donne, che si è tenuta a New York dal 14 al 24 marzo 2016, e alla quale D.i.Re, come organizzazione non governativa accreditata dall’ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite) ha potuto partecipare per la seconda volta.

Il priority theme, ovvero il tema principale è stato “Women’s empowerment and its link to sustainable devolpment” (L’empowerment delle donne e il suo collegamento con lo sviluppo sostenibile) mentre il review theme, l’argomento da revisionare “The elimination and prevention of all forms of violence against women and girls” (L’eliminazione e la prevenzione di tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine) sul quale ci sono le “conclusioni concordate” della 57esima CSW. Importante per chi si occupa di diritti delle donne è la realizzazione dell’obiettivo 5 dei SDG, ovvero, il raggiungimento della parità di genere e l’empowerment delle donne e delle ragazze.

L’Italia ha avuto come delegata l’On. Emma Bonino che ha partecipato a diversi side events ed ha incontrato le delegazioni della società civile. Si deve evidenziare la singolarità della scelta del Governo italiano che, non solo continua a mantenere la posizione di non voler nominare una Ministra delle Pari Opportunità ma, a differenza dello scorso anno con la presenza dell’On. Giovanna Martelli, consigliera del governo Renzi e delegata alle Pari Opportunità, non ha inviato una rappresentante con deleghe governative. Questo ha significato che Emma Bonino, il cui valore nessuna di noi può mettere in dubbio, non ha potuto partecipare a negoziazioni ufficiali o rispondere come Governo alle domande della società civile sull’operato dello Stato italiano in tema di diritti delle donne. Emma Bonino ha preso una posizione netta e chiara a favore della nomina di una Ministra delle Pari Opportunità. La richiesta di nominare una specifica referente governativa sul tema delle Pari Opportunità soprattutto per il momento storico che stiamo vivendo è stata sostenuta da quasi tutte le realtà sociali presenti (CGIL, Pari o Dispare, Fidapa, etc.), D.i.Re compresa.

La risposta dell’On. Lanzillotta, anche essa presente, a questa sollecitazione è stata molto vaga. La Senatrice a questo proposito, infatti, ha affermato che ci possono essere pro e contro ad avere all’interno del Governo una apposita Ministra sul tema. D.i.Re ha preso parola in questo incontro sottolineando che ratificare la Convenzione di Istanbul non comporta automaticamente una sua implementazione e le risposte date, fino ad ora, di tipo sanitario e sicuritario (Codice Rosa) non sono assolutamente sufficienti e neanche sempre così efficaci. Si è evidenziato, inoltre, che le politiche sulla violenza sono frammentarie (vedi le diverse leggi regionali e i finanziamenti dello scorso anno trasferiti direttamente alle Regioni) e manca un quadro unitario e di sistema. Sul tema specifico della violenza ci sono stati due eventi del Parlamento europeo focalizzati soprattutto sulla Convenzione di Istanbul. Come lo scorso anno si è colto entusiasmo e curiosità rispetto a questa fonte di diritto internazionale specifica per la violenza contro le donne.

Molte anche le domande come ad esempio, quale rapporto tra Cedaw e Convenzione di Istanbul ?/ Che ne sarà del Protocollo Opzionale? / Grevio e Cedaw Committe: cambierà la giurisprudenza del secondo? Tra i due organismi di monitoraggio ci sarà continuità? Singolare l’intervento di una Parlamentare europea inglese in cui ha ricordato che l’Inghilterra non ha ratificato la Convenzione ma si è fermata alla fase di sottoscrizione perché ratificarla ed implementarla nella sua interezza avrebbe costi elevati

Rispetto alle agreed conclusions di questa 60esima CSW e alla violenza contro donne Wave ha evidenziato quattro importanti punti:
• La Commissione condanna fortemente tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze ed esprime la preoccupazione per la discriminazione e la violenza contro donne e ragazze, particolarmente per quelle che sono maggiormente in situazioni di vulnerabilità, che continua in tutte le parti del mondo;
• La Commissione riconosce il contributo della società civile, incluse le organizzazione di donne, i movimenti femministi, etc. nell’ aver portato gli interessi, i bisogni e le visione delle donne e delle ragazze nelle agende politiche a livello locale, nazionale, continentale e internazionale e l’importanza di un loro coinvolgimento aperto, inclusivo e trasparente in una implementazione sensibile al genere dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
• La risoluzione che prevede come qualsiasi risposta di intervento umanitario consideri come parte integrante e prioritaria la violenza sessuale e basata sul genere.

Francesca Pidone
Casa delle donne Pisa