Quella del 21 giugno è stata una giornata importante per partire dai segnali positivi, che pure già si evidenziano in diversi ambiti media, e ripensare insieme questa narrazione necessaria.
La violenza contro le donne ha smesso da tempo di essere un trafiletto relegato in fondo alla cronaca. Le storie di femminicidio arrivano in prima pagina o in prima serata in TV e scatenano i social media. Il movimento #MeToo ha messo sotto gli occhi di tutti/e che la violenza contro le donne è una componente strutturale delle società e come tale deve essere affrontata.
Eppure i media continuano a proporre narrazioni che replicano gli stessi cliché – uomini in preda a un raptus, donne vittime collusive o addirittura complici interessate “fin quando ha fatto loro comodo”.
– Perché è così difficile raccontare la violenza contro le donne in tutta la sua complessità?
– Perché il racconto della violenza non parte quasi mai dal riconoscimento prioritario della libertà femminile?
– La spettacolarizzazione della violenza contro le donne è davvero ciò che “vuole il pubblico”?
– Cosa si può fare per sciogliere questi nodi?

I video dei 5 Panel della Giornata “Comunicare la Violenza”

Comunicare la Violenza. Panel 1: Perché siamo qui.

Comunicare la Violenza. Panel 2 – parte prima. Donne. Vittime, conniventi, provocatrici?

Comunicare la Violenza. Panel 2 – parte seconda. Donne. Vittime, conniventi, provocatrici?

Panel 3 – parte prima. Uomini. È stato un raptus? Veramente?

Panel 3 – parte seconda.Uomini. È stato un raptus? Veramente?

Panel 4 – parte prima. Visibili sui media. Sì, ma poi?

Panel 4 – parte seconda. Visibili sui media. Sì, ma poi?

Panel 5 – La sfida della complessità.