Violenza sessuale: vergognosa assoluzione a Busto Arsizio

Il Tribunale penale di Busto Arsizio ha assolto Raffaele Meola – rappresentante sindacale della CISL – dal reato di violenza sessuale.

La donna che ha subito la violenza è un’assistente di volo che si era rivolta proprio a Meola per essere affiancata dal sindacato in una causa di lavoro.

Ci troviamo ancora una volta di fronte a organi del sistema giudiziario che agiscono seguendo stereotipi e pregiudizi che fanno ritenere le donne responsabili per non aver impedito la violenza che subiscono.

Le tre giudici del collegio, presieduto da Nicoletta Guerriero, hanno confermato uno stigma che allontana le donne dalla giustizia e che continua a alimentare la vittimizzazione secondaria che le donne che decidono di denunciare, spesso vivono sulla loro pelle.

Non solo aggredite da uomini violenti, ma anche dalle istituzioni che dovrebbero garantirne la sicurezza.

“La motivazione della sentenza è irricevibile – afferma Antonella Veltri, Presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. Di fatto, viene condannata la donna che non ha avuto prontezza nel reagire all’aggressione e riporta tutte noi indietro di anni, nutrendo la cultura che rivittimizza le donne, non garantendo la corretta applicazione delle leggi che esistono e dovrebbero essere attuate”.

Le giudici, infatti, nonostante abbiano creduto al racconto della donna, hanno ritenuto il tempo di reazione di 20-30 secondi troppo lungo. Il dissenso – sempre secondo le giudici – sarebbe dovuto essere manifestato dalla donna immediatamente, per ritenere violenza sessuale l’azione del sindacalista.

“Dopo oltre 30 anni di attività per il contrasto alla violenza maschile sulle donne, ci troviamo ancora a indignarci su fatti che non dovrebbero accadere. La Rete D.i.Re da tempo sollecita le istituzioni nel rendere obbligatoria e costante la formazione per tutti gli operatori che – a vario titolo – entrano in contatto con le donne che subiscono violenza. Questa sentenza ci mostra come questo non sia più procrastinabile” – conclude Veltri.

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