I centri antiviolenza e la Convenzione di Istanbul

Si è concluso il ciclo formativo per operatrici e avvocate dei centri antiviolenza della rete D.i.Re realizzato nell’ambito del progetto Una Rete nazionale per affermare i diritti umani delle donne in situazione di violenza finanziato attraverso l’8 per mille della Chiesa Valdese.

Un ciclo composto da tre incontri che si sono svolti online tra marzo e aprile 2021, con la partecipazione di 25 tra avvocate ed operatrici dei centri antiviolenza.

Marcella Pirrone, avvocata dell’Associazione GEA di Bolzano, ed Elena Biaggioni, avvocata dell’Associazione Coordinamento Donne di Trento, esperte sui temi per D.i.Re, hanno illustrato la Convenzione di Istanbul, strumento internazionale che compie dieci anni in questi giorni, e insieme alle operatrici dei centri antiviolenza hanno esaminato come poterlo utilizzare per creare impatti virtuosi e circolari.

Per potenziare le azioni di advocacy dei centri antiviolenza sono state anche esaminate le raccomandazioni del GREVIO, il Gruppo di esperte/i sulla violenza del Consiglio d’Europa, per una effettiva e completa applicazione in Italia della Convenzione di Istanbul, frutto del monitoraggio effettuato tra il 2018 e il 2019 al quale D.i.Re ha partecipato coordinando la redazione del cosiddetto “Rapporto ombra” della società civile, a cui hanno collaborato oltre 30 organizzazioni e numerose esperte individuali.

Nel Rapporto sull’Italia del GREVIO emerge un contesto ancora caratterizzato da una difficile situazione per i servizi specialistici di supporto alle donne che subiscono violenza e sono state fornite raccomandazioni al Governo anche per una attuazione effettiva della Convenzione di Istanbul rispetto ai percorsi giudiziari e al riconoscimento dei diritti delle vittime.

Biljana Brankovic, esperta GREVIO nominata nel 2015, psicologa clinica specializzata in studi di genere, ha condotto un incontro sulla sua esperienza internazionale di ricerca e monitoraggio sulle azioni di contrasto alla violenza contro le donne intraprese a livello istituzionale in diversi paesi europei.

Il suo interessante intervento ha completato la formazione delle operatrici e delle avvocate, favorendo una panoramica sull’integrazione possibile tra il piano normativo e politico con riferimento agli standard internazionali.

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