Elisa Pomarelli, uccisa da un amico un anno fa. Fu femminicidio

D.i.Re è al fianco dell’ALFI, l’Associazione lesbica femminista italiana, e di tutte/i coloro che hanno firmato l’appello per ricordare Elisa Pomarelli a un anno dal suo femminicidio. Elisa Pomarelli venne uccisa da quello che lei considerava solo un amico, Massimo Sebastiani, che invece pretendeva altro da lei oltre l’amicizia.

“Sebastiani riteneva di poter far cambiare idea a Elisa Pomarelli, che al di là delle sue preferenze sessuali o forse proprio per queste, rifiutò le avances dell’imputato”, ricorda Antonella Veltri, presidente di D.i.Re. “Vergognoso fu il modo in cui i media diedero la notizia, descrivendo inizialmente l’assassino come un ‘gigante buono’ che aveva perso la testa e andando poi a sviscerare senza alcun rispetto la vita privata di Elisa”, aggiunge Veltri.

Nel processo che sta per aprirsi Sebastiani ha ottenuto il rito abbreviato, che comporta una riduzione della pena. “In assenza di una aggravante specifica il reato non è tra quelli per cui è previsto l’ergastolo, il massimo della pena”, commenta l’avvocata Elena Biaggioni, referente del Gruppo avvocate di D.i.Re. “Nessuna delle aggravanti oggi previste ha una base di genere”, prosegue Biaggioni. “L’aggravante ricorrente è quella della relazione con la vittima che ovviamente fa riferimento alle dinamiche della violenza domestica”, e dunque non è stata riconosciuta in questo caso.

“La lesbofobia potrebbe diventare un’aggravante se sarà approvata la legge attualmente discussione alla Camera”, ricorda in conclusione Veltri. “Ma quello di Elisa Pomarelli è un femminicidio a tutti gli effetti, perché ancora una volta all’autodeterminazione di una donna l’uomo ha risposto con la violenza, uccidendola”.

 

This website uses cookies.