D.i.Re e Fondazione Giulia Cecchettin: I centri antiviolenza svolgono un lavoro prezioso per la libertà delle donne

COMUNICATO STAMPA

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza e Fondazione Giulia Cecchettin:

I centri antiviolenza svolgono un lavoro prezioso per la libertà delle donne

A seguito delle dichiarazioni riportate a nome di Gino Cecchettin dal Corriere del Veneto, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, che rappresenta la Rete nazionale dei centri antiviolenza femministi, e Fondazione Giulia Cecchettin sentono la responsabilità di rettificare congiuntamente la restituzione dell’intervista.

Quando si cerca di eliminare pregiudizi, di creare alleanze, di generare consapevolezza, ci si espone. Si mette il cuore in ogni parola, in ogni gesto. Ma a volte, quel cuore viene frainteso, giudicato, usato. Desidero smentire categoricamente di aver mai accusato i Centri Antiviolenza di malcondotta” dichiara Gino Cecchetin, presidente della Fondazione Giulia Cecchettin. “Io stesso, insieme a tutti i membri e volontari della Fondazione Giulia Cecchettin, vorrei ribadire con convinzione il nostro pieno sostegno all’utilità, alla professionalità e all’impegno quotidiano dei Centri Antiviolenza (CAV). Nel corso dell’ultimo Consiglio di Amministrazione della Fondazione, abbiamo deliberato lo stanziamento di fondi destinati all’apertura di un nuovo CAV: un gesto concreto che testimonia la nostra fiducia nel ruolo fondamentale svolto da questi presidi e dal personale — dipendente e volontario — che vi opera” continua Cecchettin. “La mia recente osservazione, estrapolata da un contesto più ampio durante l’insediamento dell’Osservatorio Regionale Veneto contro la violenza di genere, non intendeva in alcun modo mettere in discussione il lavoro svolto dai CAV. Al contrario, voleva sottolineare quanto sia urgente e necessario rafforzarne la presenza sul territorio e dotarli di risorse adeguate. Questo penso sia lo scopo di un osservatorio. Un ultimo appello lo rivolgo al mondo dell’informazione: su un tema così delicato, le parole hanno un peso. Inseguire lo scoop o forzare la polemica può compromettere un lavoro prezioso fatto con dedizione da istituzioni, associazioni e professionisti. Ma, soprattutto, può mettere a rischio la sicurezza e la fiducia delle vittime.” – conclude il presidente della Fondazione

A nome della nostra Rete – dopo il proficuo confronto all’interno del Consiglio direttivo,  desidero cogliere l’occasione per ricordare che i nostri centri antiviolenza sono le uniche realtà che accolgono, ascoltano e supportano le donne senza porre condizioni, rispettando le loro scelte e riconoscendo i loro diritti, in particolare sono presenti quando vengono rivittimizzate da quei soggetti istituzionali che sarebbero responsabili di garantire loro le forme di tutela più adeguate – non solo confortandole, ma anche trovando con loro la forza e gli strumenti per contrastare chi non riconosce la violenza che hanno subito e le espone a ulteriori pericoli per incapacità di valutarne il rischio correlato, valutazione che invece caratterizza la metodologia dei nostri centri” dichiara Cristina Carelli, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. “I centri antiviolenza della nostra Rete sono quelli che in Italia hanno avviato e favorito l’emersione del fenomeno della violenza maschile alle donne e, per la natura politica che li contraddistingue, hanno come finalità anche quella di incidere sulla cultura per colpire alla radice il fenomeno” continua Carelli. “È importante ricordare che i nostri centri antiviolenza non sono solo erogatori di servizi: sono soprattutto luoghi in cui si costruiscono azioni per la messa in discussione del sistema sociale fondato sui costrutti che alimentano la cultura patriarcale in cui si innesta la violenza” conclude la presidente.

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza e Fondazione Giulia Cecchettin si incontreranno a breve per valutare possibili forme di collaborazione, in particolare sui temi della prevenzione – con particolare riferimento alle generazioni più giovani.

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