Per comprendere meglio il funzionamento dei dispositivi e dei percorsi di uscita dalla violenza e dal maltrattamento, la rete D.i.Re ha avviato con il supporto della Kering Foundation una ricerca qualitativa che coinvolge i centri antiviolenza di quattro città: Belluno, Ancona, Pescara e Brindisi.

Ogni anno migliaia di donne vengono accolte dai centri antiviolenza, e altrettante terminano il loro percorso di recupero dopo un’esperienza traumatica. Quali sono gli strumenti che hanno funzionato meglio? Quali i percorsi che si sono rivelati più efficaci? Cosa può essere ulteriormente migliorato?

La donna che chiede aiuto è sempre il centro di ogni azione e come tale il suo pensiero guida la crescita e lo sviluppo dei centri antiviolenza. Spesso però non si hanno dati attendibili su cosa succede alle donne che concludono la loro esperienza ed “escono” dai centri: non si sa quale sia loro opinione relativamente al percorso seguito, su quali siano stati metodi e le risposte adeguate e quali no. Allo stesso modo non si conoscono i problemi fronteggiati in seguito, anche a distanza di anni dall’incontro con un centro antiviolenza.

La ricerca Io C’Entro. Efficacia dei dispositivi e dei percorsi di uscita dalla violenza e dal maltrattamento punta a rispondere a queste domande e a comprendere meglio l’impatto nel tempo delle metodologie di intervento adottate nei centri antiviolenza della rete D.i.Re.

A partire da alcune ricerche già condotte da alcuni centri della rete in maniera autonoma, Io C’Entro si struttura come una ricerca di follow up, con la supervisione scientifica della Prof. Patrizia Romito dell’Università di Trieste, che indaga prassi, aspettative, buone pratiche e criticità con uno stesso strumento.

La ricerca ha preso avvio nel 2016 e si è conclusa nel 2018.

I risultati della ricerca sono presentati nella pubblicazione “Io C’Entro. Uno studio di follow-up tra le donne che si sono rivolte a quattro centri antiviolenza”, Rapporto di ricerca a cura di Federica Bastiani, Supervisione scientifica di Patrizia Romito, Università degli studi di Trieste – Laboratorio di Psicologia sociale e di comunità, che può essere scaricata qui.