Antonella Veltri e Anna Petrungaro*

Per leggere il presente e progettare il futuro, insieme alle donne e al femminismo, che continua a vivere nella nostra quotidianità, ci ritroveremo a Paestum il 5 e il 6 di Marzo 2016.

D.i.Re, nella miopia di questa politica, nell’anestesia narcisistica del corpo istituzionale, nel virale e  strombazzante mutismo dei media, nell’ assordante silenzio persistente della ‘normalità’ connessa al potere maschile chiama a raccolta tutte e vive, nel desiderio di un femminismo permanente e diffuso.

Ci ritroveranno bellamente “forti di forza tratta di lor forza” il verso tratto da una lirica di Anna Petrungaro, “E poete fate la baldanza”, è un omaggio e un incitamento alla felicità della scrittura, rivolto alle poete e che noi facciamo nostro perché “forti” vogliamo sentirci, insieme.

Giorni appassionati e ricchi di idee e di proposte, costruiremo assieme, consapevoli e forti che oggi più di ieri è tempo di un’etica del conflitto da canalizzare in azione e lotta politica.

Abbiamo lavorato e lavoriamo creando azioni, pensieri e luoghi in continuo mutamento, con una moltitudine di orizzonti prossimi: la relazione tra donne, la comunicazione, l’ampliamento dei luoghi della politica, il confronto e lo scontro con il potere e con i poteri pubblici e privati che ne discendono.

Abbiamo creduto che la relazione tra “politica prima” e “politica seconda”  potesse essere feconda in seguito al transitare di soggettività politiche femminili dai luoghi non istituzionali a quelli istituzionali.

È stato ed è un dialogo marcato dall’autonomia di pensiero, da un disincantato realismo e dalla forza della nostra quotidiana pratica politica e culturale.

L’abbiamo costruita piano piano attraverso la relazione con le donne, il contrasto alla violenza, il contributo alla costruzione di una cultura in cui la parola libertà delle donne non faccia a pugni e coltellate con la parola rispetto.

Abbiamo incontrato, raramente anche nelle donne che svolgono incarichi istituzionali, la coerenza di un desiderio di cambiamento.

Ci siamo più spesso imbattute con la rimembranza a singhiozzo di un dovere a cui è sconveniente sottrarsi.

Occupare le istituzioni, con azioni di contrasto alla violenza alle donne, è un increscioso obbligo, imposto di sovente dall’appartenenza a un genere,  stretto nelle maglie dell’essere donna e da una funzione pubblica, fino a qualche anno fa, rigorosamente asessuata.

Tuttavia questa femminilizzazione dello spazio pubblico, con tutti i limiti di lettura della soggettività femminile, rimane quasi sempre solo verbale e non riduce la marginalità delle donne.

PRIMA DI TUTTO LIBERE per ribadire agli estensori furbi, ai sostenitori distratti del piano nazionale antiviolenza che noi ci siamo, siamo qui e continuiamo a reggere il mondo e a contribuire a renderlo vivibile.

La nostra presenza è stata ed è radicale, perchè “radicale” deriva da radice. E’ radicale chi combatte e vuole mutare lo stato delle cose dai suoi fondamenti. La violenza alle donne è alla radice dei rapporti tra femminile e maschile. E’ un humus divenuto vestito intimo e mantello che attraversa e avvolge politiche, saperi, istituzioni, economie. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo, il piano nazionale antiviolenza svuota e riduce a poca cosa la ricchezza, l’esperienza, la politica delle donne, dei centri antiviolenza.

PRIMA DI TUTTO LIBERE a PAESTUM il 5 e il 6 marzo, a partire dalla assunzione della natura paradigmatica e dirimente della violenza alle donne, allargheremo il nostro sguardo su orizzonti contornati da un’etica del conflitto, col desiderio di un femminismo permanente per esserci, per essere vive.

*Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, Cosenza